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Credito e Finanziamenti

Ad aprile 2023 si registra, dopo tanti anni favorevoli, un peggioramento nelle dinamiche dei prestiti bancari alle Imprese, così come si innalzano i livelli medi dei tassi di interesse applicati alle nuove operazioni di finanziamento a ML/T, superando la soglia del 4%.

Tanto Banca d'Italia (Indagine sul credito bancario nell’area dell’euro - Principali risultati per le Banche italiane) quanto ABI (rapporto mensile sul Credito) testimoniano gli impatti della politica monetaria restrittiva attuata dalla BCE.

Con le statistiche aggiornate ad Aprile 2023, in Italia:

-si azzera la crescita dei prestiti a Imprese e Famiglie (per la prima volta dal 2016, dopo una dinamica favorevole per entrambe le categorie di richiedenti),

-si riducono i depositi bancari,

-crescono i livelli dei tassi di interesse per le nuove erogazioni.

Il 4 maggio 2023 il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea ha deciso di innalzare ulteriormente di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della politica monetaria.

Con effetto dal 10 maggio 2023, il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali è aumentato dal 3,50% al 3,75%, per poi crescere ancora a giugno e preannunciare un nuovo rialzo a luglio 2023.

Ogni decisione futura al riguardo dipenderà dai dati sull’inflazione, sia complessiva che di fondo ("core inflation"), che si renderanno via via disponibili e anche da una valutazione dell’efficacia della trasmissione degli impulsi di politica monetaria sia sulle condizioni monetarie e finanziarie e sia sull’economia reale.
Riguardo alla gestione del portafoglio di titoli, la BCE prevede, a partire da luglio 2023, di interrompere il reinvestimento dei titoli che arriveranno a scadenza all’interno del Programma di acquisto di attività (PAA); per il momento fino a giugno si conferma una riduzione del portafoglio titoli di 15 miliardi di euro al mese che, implica, un parziale reinvestimento dei titoli che giungono a scadenza. Per quanto riguarda il Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP), invece, si conferma fino a tutto il 2024 il reinvestimento dei titoli in scadenza.

In Italia prestiti a imprese e famiglie sono rimasti invariati rispetto allo stesso periodo di un anno prima, mentre a marzo avevano registrato un incremento complessivo dello 0,4%, quando i prestiti alle imprese erano già diminuiti dell’1,0% e alle famiglie erano cresciuti dell’1,9%.

Gli esiti delle indagini di Bankitalia evidenziano per il primo e secondo trimestre del 2023, un irrigidimento di criteri di offerta sui prestiti alle imprese, riflettendo una maggiore percezione e minore tolleranza del rischio.

Questi due fattori, insieme ai costi di provvista e ai vincoli di bilancio, hanno contribuito anche all’inasprimento di tutti i termini e le condizioni generali applicati ai finanziamenti.

E’ previsto per la seconda parte del 2023 un ulteriore irrigidimento dei criteri di offerta sui prestiti alle Imprese.


La domanda di credito da parte delle imprese è diminuita riflettendo il calo degli investimenti fissi e l’aumento del livello generale dei tassi di interesse; la domanda per scorte e capitale circolante continua a esercitare un contributo positivo.

Anche la domanda di prestiti da parte delle famiglie per l’acquisto di abitazioni si è ridotta mentre è rimasta invariata quella per finalità di consumo; in entrambi i casi, il più elevato livello dei tassi di interesse e il peggioramento della fiducia continuano ad esercitare un contributo negativo. Nel trimestre in corso le richieste di finanziamento da parte di imprese e famiglie diminuirebbero ulteriormente.


 

Api Notizie n.25 del 03 luglio 2023